
cacca rossa
affusolata, addormentata, stesa su te stessa.
ti osservo qui dall’alto e dall’alto ti contemplo.
riposi, stanca, e’l calore tuo mi invade
e nel letto color ruggine tu sei immobile eppur viva.
ti guardo, chioma rossa
ti guardo e ti riguardo
e qui dentro a questo punto la paura un po’ mi prende.
“pomodori? fragole? concentrato di lamponi? cosa diavolo ho mangiato io di rosso l’altra sera?”
non ricordo oddio per zeus,
non ricordo e te lo giuro
non ricordo, non rammento, te lo giuro non rammento.
alzo il mento, impazzito per l’olezzo,
tendo il braccio, uno scroscio ed in groppa al gran bidet.
e ti vedo addormentata, ti ripenso tutta rossa
con la mano fra le cosce e la schiuma in ogni dove.
ma i pensieri vanno via come il vento tuttuntràtto
i pensieri vanno via con la voce di zio franco.
“zio franco…
cazzo…
era la ‘nduja di zio franco”.
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