
odo odori.
din don dan.
le campane a festa.
io, guardiano dello faro…guardo al di là dello maro.
din don.
tanto, tanto maro. blu.
è blu il lo maro.
don dan. odo din don dan. odo dodìn dondàn.
questo cielo immenso e grande e immenso.
che raccoglie me ettè, piccola donna scema.
sorella e mamma e padre. e fratello in certe strade. la mattina. alla domenica mattina.
odo le campane a festa e ricordo pezzi di cose.
ossi di ciliegia. occhi un poco chiusi e mani al cielo aperte.
divelte.
don.
io, quissù, travolto dalla schiuma, odo odori, donna.
ascolto colori, assaggio sapori, ricordo paroli.
dette queste paroli. dette e appese al cielo con cotoni e nastri colorati.
paroli che svolazzano al suon del vento. dilli e dillà. dillì e ancor dillà.
ma appese. coi cotoni. e ferme e immobili.
nello mio còr. nella mia mente.
odo odori, piccola donna.
odo quei sapori di baci, e sangue, e baci al sangue, e piedi neri, gialli e neri.
odo odori, si.
guardiano dello faro son costretto qui.
ad ascoltare il vento,
e sento.
ascolto la madre terra parlarmi.
nudo.
a me mi parla.
nudo e nudo come uomo nudo.
appeso allo faro. bagnato dal mare.
svegliato dalla schiuma salata che penetra me tutto.
son qui aggrappato e din don dan. odo odori. e le campane a festa.
metti l’abito bello.
metti il tuo vestito a pois. quello della festa.
fermati, siedi, sdraiati.
unisci le tue mani. portale sul petto.
e don dan.
din.
ascolta anche tu quel cuor tuo che fa don dan.
come le campane.
alla domenica mattina.
e din.
e don.
dadàn.
un bacio e nulla più.
un bacio che sa far din don e dan!